STINTINO
A differenza di altre realtà, di Stintino conosciamo esattamente la data di fondazione: 14 agosto 1885, l’origine del borgo di Stintino è dovuta alla decisione del Governo italiano di istituire sull’Isola dell’Asinara la stazione sanitaria marittima di quarantena e una colonia penale.
In quei tempi l’isola era abitata 45 da famiglie, alcune dedite alla pastorizia e all’allevamento, che avevano dato origine agli agglomerati di Fornelli e Cala Reale, mentre a Cala d’Oliva vivevano i pescatori di origine ligure e ponzese che dopo varie migrazioni decisero di stabilirsi definitivamente nell’Isola per dedicarsi alla pesca stagionale del tonno e delle aragoste.
Il governo, dopo una serie di trattative con gli ex abitanti dell’isola, associatisi nell’unione dei 45, offrì una ”regalia” di 750 lire e la possibilità di scegliere un sito dove potersi insediare, le possibilità offerte erano due: la baia di porto Conte, vicino ai ruderi romani di Porto Ninfeo, o la lunga striscia di terra caratterizzata da due profonde insenature conosciuta come ”Isthintini” non molto distante dalla Tonnara Saline.
Data la posizione strategica e il legame che comunque legava gli esuli con l’Isola dell’Asinara si decise che il nuovo paese sarebbe sorto negli ”Isthintini”, i quali furono altrettanto decisivi per la scelta del nome del paese: Isthintini – Sthintini – Stintino, che inizialmente si sarebbe dovuto chiamare Cala Savoia.
Le quarantacinque famiglie utilizzando le poche risorse messe a disposizione dal governo centrale, e grazie alla loro caparbietà riuscirono a costruire il nuovo paese.
Sorse così Stintino, ordinato secondo piano regolatore che divise ordinatamente l’abitato in una stretta penisola fra i due bracci di mare, Porto Vecchio e Porto Nuovo (Portu Mannu), con le sue piccole case adornate con menta e basilico che ci ricordano a primo impatto quelle di Cala d’Oliva, così come la chiesa costruita nel 1937 che riprende la struttura di quella edificata nell’Asinara.
Stintino era intimamente e doppiamente legato al mare non solo per fattori economici, per gli stintinesi il mare era il ”modus vivendi” la tonnara e la pesca regolavano la vita di questo piccolo borgo, ogni stagione era accompagnata da riti e abitudini.
La principale ricchezza del paese è sempre stata la Tonnara, poi è arrivato il turismo, nei primi anni del 900 il borgo ospitava alcune delle più illustri famiglie della borghesia sassarese, gli Azzena, i Berlinguer, Segni, Silenti, Scotti. Negli anni 60′ il boom turistico investì anche Stintino, che divenne meta di un turismo in stile ”Costa Smeralda”, i Moratti acquistarono alcuni terreni e costruirono ville e alberghi facendo conoscere Stintino e le sue spiagge per tutto il mondo.
Per oltre un secolo Stintino è stato frazione del comune di Sassari, il 10 agosto 1988 è divenuto comune autonomo, dopo centotre anni gli stintinesi finalmente hanno potuto decidere le sorti del loro paese.
In quei tempi l’isola era abitata 45 da famiglie, alcune dedite alla pastorizia e all’allevamento, che avevano dato origine agli agglomerati di Fornelli e Cala Reale, mentre a Cala d’Oliva vivevano i pescatori di origine ligure e ponzese che dopo varie migrazioni decisero di stabilirsi definitivamente nell’Isola per dedicarsi alla pesca stagionale del tonno e delle aragoste.
Il governo, dopo una serie di trattative con gli ex abitanti dell’isola, associatisi nell’unione dei 45, offrì una ”regalia” di 750 lire e la possibilità di scegliere un sito dove potersi insediare, le possibilità offerte erano due: la baia di porto Conte, vicino ai ruderi romani di Porto Ninfeo, o la lunga striscia di terra caratterizzata da due profonde insenature conosciuta come ”Isthintini” non molto distante dalla Tonnara Saline.
Data la posizione strategica e il legame che comunque legava gli esuli con l’Isola dell’Asinara si decise che il nuovo paese sarebbe sorto negli ”Isthintini”, i quali furono altrettanto decisivi per la scelta del nome del paese: Isthintini – Sthintini – Stintino, che inizialmente si sarebbe dovuto chiamare Cala Savoia.
Le quarantacinque famiglie utilizzando le poche risorse messe a disposizione dal governo centrale, e grazie alla loro caparbietà riuscirono a costruire il nuovo paese.
Sorse così Stintino, ordinato secondo piano regolatore che divise ordinatamente l’abitato in una stretta penisola fra i due bracci di mare, Porto Vecchio e Porto Nuovo (Portu Mannu), con le sue piccole case adornate con menta e basilico che ci ricordano a primo impatto quelle di Cala d’Oliva, così come la chiesa costruita nel 1937 che riprende la struttura di quella edificata nell’Asinara.
Stintino era intimamente e doppiamente legato al mare non solo per fattori economici, per gli stintinesi il mare era il ”modus vivendi” la tonnara e la pesca regolavano la vita di questo piccolo borgo, ogni stagione era accompagnata da riti e abitudini.
La principale ricchezza del paese è sempre stata la Tonnara, poi è arrivato il turismo, nei primi anni del 900 il borgo ospitava alcune delle più illustri famiglie della borghesia sassarese, gli Azzena, i Berlinguer, Segni, Silenti, Scotti. Negli anni 60′ il boom turistico investì anche Stintino, che divenne meta di un turismo in stile ”Costa Smeralda”, i Moratti acquistarono alcuni terreni e costruirono ville e alberghi facendo conoscere Stintino e le sue spiagge per tutto il mondo.
Per oltre un secolo Stintino è stato frazione del comune di Sassari, il 10 agosto 1988 è divenuto comune autonomo, dopo centotre anni gli stintinesi finalmente hanno potuto decidere le sorti del loro paese.